Ciao Scheletrine e Scheletrini! In questa esplorazione vi porto a La Casa che Attende, un edificio tanto datato quanto nostalgico, che venne abbandonato oltre settant’anni fa.
Di questa casa sita in una zona alquanto isolata, mi ha sempre colpito la foto in bianco e nero di un bambino con indosso l’abito bello della domenica e delle occasioni speciali, come se non volesse deludere i parenti e fare bella figura davanti a loro.
So che i vecchi proprietari si trasferirono nel Regno Unito negli anni Cinquanta, in quanto attratti da migliori prospettive per il futuro.
Lì aprirono un caffè e mantennero una fitta corrispondenza epistolare con i parenti rimasti in Italia, la quale fu interrotta nel 1952, probabilmente in occasione del decesso dell’ultimo.
Il complesso appartiene agli eredi ancora in vita, ma, a quanto dimostrato dalle condizioni in cui versa, non se ne sono affatto presi cura, tanto che i vecchi ricordi riversano nella polvere e nell’oblio più totale.
La struttura è originaria del Settecento, ma fu restaurata nel 1914 (data impressa nella parte superiore dei camini).
Gli abitanti erano dei proprietari terrieri, a cui appartenevano anche le case site nel circondario, dove vivevano i loro dipendenti.
Se volete vedere le foto de La Casa che Attende cliccate qui
L’ingresso è semplice, solo che la casa è situata in una zona sperduta ed è percorsa da strade tortuose (io ho avuto il mal d’auto).
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