Ciao Scheletrine e Scheletrini! Dopo tanto tempo riprendo la pubblicazione dei contenuti urbex (di cui non garantisco ancora la costanza perché ho deciso di fare la priorità a progetti nella mia vita reale) e ho deciso di presentarvi
Villa Malocchio.
Villa Malocchio
Casa abbandonata tanto piccola quanto inquietante, Villa Malocchio è stata in grado sia di sorprendermi, sia di incutere una certa soggezione, anche perché l’ho esplorata da sola e no, non riesco proprio a smettere di addentrarmi in luoghi dimenticati in solitaria, c’è sempre una sorta di richiamo viscerale che mi spinge a farlo.
Un topolino in pietra posto su un lato del cancello dall’aspetto alquanto mi ha fatto presagire che sarebbe stata un’incursione interessante, perché l’abitazione, sebbene sia stata dimenticata da anni per via della dipartita dei proprietari, trasuda ancora vita, basti pensare all’orologio della cucina bloccato, ma il cui ticchettio scandisce l’inesorabile passare del tempo.
Inoltre, all’interno di ogni giacca da uomo ordinatamente riposta negli armadi, è presente un rosario.
Il proprietario, ormai deceduto da anni, era un benestante cartolaio devoto alla religione cristiana e molto caritatevole, in quanto inviava denaro a varie associazioni benefiche, le quali gli inviavano lettere contenenti piccoli omaggi come appunto rosari oppure collanine con lo Stellorso, un orsetto sopra una stella per simboleggiare i sogni dei bimbi poco fortunati.
Due camere da letto
La particolarità di Villa Malocchio è data dalla presenza di due camere da letto: quella ubicata al piano terra era dedicata al marito, mentre quella al piano di sopra alla moglie ed entrambe sono arredate con due armadi in cui sono stati riposti i rispettivi abiti; chissà se erano uniti oppure separati in casa, magari il figlio rimasto ancora in vita lo sa, ma è bene non svegliare il can che dorme per soddisfare delle semplici curiosità incapaci di cambiare la propria vita in maniera significativa.
Non sono infatti favorevole ad andare a contattare i proprietari dei luoghi abbandonati perché non si conosce la reazione e non sempre essa è piacevole.
Una sala congelata negli anni Settanta
La stanza più bella e intatta di Villa Malocchio è la sala congelata negli anni Settanta, dove le credenze ospitano stoviglie Space Age con la zuccheriera contenente prodotto ancora cristallizzato, il pianoforte e una poltrona con un puccioso cuscino ormai sformato dalle frequenti sedute. Ah, quel cagnolino ne avrebbe di cose da raccontare se solo potesse parlare.
Foto
Se volete vedere le foto di Villa Malocchio cliccate
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Villa Malocchio come entrare
L’ingresso è davvero semplice, perché sia il cancello che la porta d’ingresso sono aperti.
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