Ciao Scheletrine e Scheletrini! In questa esplorazione urbana vi porto in uno dei luoghi abbandonati Veneto più inquietanti, ossia il Manicomio di Ponton, situato in provincia di Verona.
Il Manicomio di Ponton nacque come sanatorio, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale diventò un centro di accoglienza per i pazienti provenienti dal vicino manicomio, in quanto devastato dai militari tedeschi.
Al termine del conflitto questa struttura diventò sia manicomio, sia ospedale tradizionale, il quale chiuse negli anni Novanta; una parte fu abbandonata, mentre un’altra è tuttora attiva. Per questo motivo è bene stare attenti a non farsi scoprire da pazienti e inservienti.
Il Manicomio di Ponton è costituito dalla parte nuova e dalla parte vecchia, decisamente più inquietante della prima: una porta su cui è disegnata sopra una grande croce rossa riporta subito indietro agli anni passati, dove le cure non erano poi così compassionevoli, anzi ben si sa che i malati di mente venivano considerati delle cavie da laboratorio.
L’esplorazione è durata per ben cinque ore ed è stata davvero estenuante.
Non bisogna sicuramente perdere i vecchi padiglioni, dove si trovano le protezioni sulle rampe delle scale per evitare suicidi, sia il piccolo obitorio.
Un’altra zona altrettanto interessante è la sala artistica, nella quale vi sono numerose creazioni degli ex pazienti, tra cui una camera dipinta con alberi e colonne.
Sicuramente non mancheranno gli spunti fotografici, che ripagheranno gli sforzi di questa esplorazione a dir poco estenuante.
Se volete vedere le mie foto cliccate qui
Il Manicomio di Ponton è uno dei posti più difficili che io abbia mai esplorato, a cominciare dall’ingresso, situato nei pressi del fiume. Dopo aver scavalcato bisogna farsi strada in mezzo ad una folta coltre di piante e rovi.
Ma le difficoltà non finiscono qui, in quanto nei pressi della struttura abbandonata si trova un gregge di capre ed il caprone non è sicuramente amichevole.
Bisogna sapere che le capre si muovono in maniera circolare, pertanto bisogna stare attenti a non incontrarle.
Inoltre bisogna prestare la massima attenzione a non farsi notare dai pazienti e dagli infermieri, visto che una parte della struttura è ancora funzionante.
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