Ciao Scheletrine e Scheletrini! Dato che oggi è la Giornata della Terra, come posso non parlare di urbex e pioggia? Alzi la mano di voi, almeno una volta, ha fatto esplorazioni urbane durante una giornata all’insegna delle precipitazioni. Io tantissime.
Che sia a inizio esplorazione o che inizi a venir giù quando ci si trova sul posto, la pioggia è un agente atmosferico da tener sempre presente quando si fa urbex.
Il tempo è infatti una delle poche cose che non si possono controllare, quindi o si gira la situazione a proprio favore oppure diventa un incubo.
A me la pioggia piace molto, in quanto capace di rendere subito l’atmosfera più inquietante e suggestiva; inoltre funge da deterrente per altri esploratori e si corre meno rischio di incontrarli.
Per quanto romantica e poetica possa essere la pioggia, essa comporta dei rischi, a partire dalle location urbex che diventano subito più pericolose non solo perché scivolose, ma anche perché tetti e soffitti già compromessi potrebbero crollare, quindi prestare sempre la massima attenzione e indossare delle calzature adatte.
Anni fa, quando mi recai alla Medaspan ebbi l’ardore di scattare delle foto per OF sul tetto su cui si era sviluppata una rigogliosa vegetazione e il rischio di caduta era davvero dietro l’angolo; tutto è andato bene perché ho agito con calma.
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