Ciao Scheletrine e Scheletrini! Oggi vi voglio parlare di urbex e vicini di casa, nonché le peggiori bestie nere per noi baldi esploratori!
Urbex e vicini di casa
I vicini di casa della location abbandonata prescelta rientrano nella cerchia del peggiori nemici di qualsiasi esploratore urbano, perché possono scattare le foto a noi, alle targhe delle nostre auto e chiamare proprietari, vigilanza o forze dell’ordine.
Per tale ragione è sempre bene, oltre che parcheggiare i veicoli lontano dai loro occhi, non catturare la loro attenzione in nessuna fase dell’esplorazione.
Se proprio si voglio raccogliere informazioni, chiederle sempre una volta terminato il tutto, in modo da avere il proprio materiale al sicuro in smartphone e fotocamere.
Non solo vicini di casa
Quando si menzionano i termini vicini di casa, si pensa quasi sempre alle abitazioni private, ma non è assolutamente così, perché le odiose bestie nere possono ficcare il loro naso capannoni, fabbriche, scuole, ospedali e via discorrendo.
Posso raccontarvi due episodi: il primo riguarda una mia amica segnalata ai carabinieri perché entrata all’interno di una fabbrica e un vicino ha contattato il proprietario, mentre il secondo riguarda me quando volevo portare il mio amico Antonio a esplorare un mobilificio abbandonato.
L’accesso era molto semplice, peccato fosse attorniato da aziende e persone che si sono piazzate in giardino a controllare i nostri movimenti.
In questi casi manco si può dire loro di andare fuori dalle balle perché sono nel loro habitat.
Non tutti conoscono l’urbex
Si può provare a spiegare loro di essere fotografi di luoghi abbandonati, ma non ci si può aspettare che conoscano e capiscano la nostra passione, anzi nella stragrande maggioranza dei casi pensano che siamo ladri, tossici o malviventi, specie se si fa urbex in zone geografiche recondite come Sicilia e Sardegna, dove non è escluso che scendano col bastone oppure, ancora peggio, con qualche arma da fuoco.
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