Ciao Sceletrine e Scheletrini! Oggi vi porto a Villa Turchese, un grande classico dell’urbex del Nord Italia.
Proprio ieri pomeriggio mi trovavo nelle vicinanze di questa meta urbex e mi sono detta perché non oltrepassare la barriera che la divide dalla strada per realizzare un contenuto come ai vecchi tempi, visto che di solito mi caccio in luoghi stellati e impubblicabili.
Sebbene sia stata nelle mani del proprio destino da decenni, il salone conserva ancora una bellissima colorazione turchese capace di mettere a risalto i due specchi dorati che sovrastano i mobili dove sono ancora presenti alcuni bicchieri per servire liquori e bibite agli ospiti.
A fianco ho invece trovato la cucina dove erano soliti consumare i pasti i membri della famiglia; non essendoci la televisione, mi fa pensare che mangiavano parlando tra loro senza distrazioni, proprio come si faceva tantissimi anni fa.
Quando le giornate giungevano al termine, ogni componente si ritirava nella rispettiva camera da letto sita al piano di sopra, dove sono rimasti solo alcuni oggetti ormai pregni di muffa, insetti e umidità penetrata persino nei pavimenti divenuti mollicci.
In soffitta sono rimasti dei mobili accatastati, probabilmente per un futuro utilizzo mai realizzatosi.
Lascio la villa andando nei magazzini, dove ho trovato una casetta dei Puffi realizzata da un nonno/zio/ padre per qualche bambino ancora in buono stato, ovviamente con le scritte turchesi, come a presagire la sua denominazione una volta abbandonata.
L’ingresso è davvero semplice, basta attraversare il lato della cancellata rossa aggrappandosi a una delle fessure per evitare di cadere giù.
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