VOGLIO FARE URBEX CON TE

Ciao Scheletrine e Scheletrini! Un giorno si e l’altro pure mi sento dire almeno una volta: “Voglio Fare Urbex Con Te” non solo dai soliti morti di fagiana che sperano in un finale edonistico, ma anche da persone semplicemente curiose senza sapere i risvolti delle esplorazioni urbane.

I risvolti delle esplorazioni urbane sono davvero tanti, in primis il doversi alzare spesso a orari antelucani per non farsi beccare dai vicini della meta prescelta oppure dover attendere diverse ore per poter entrare.

Un altro aspetto è il dover attraversare percorsi intricati come boschi, ripidi uliveti, stradine non proprio agevoli e salite fangose; l’urbex non è assolutamente fatto per schizzinosi e aracnofobici perché ragni, insetti o altri esseri repellenti, anche se non visti, sono compagni di scorribande.

Non bisogna poi dimenticare sporco e muffa dappertutto, pericoli costanti di caduta da parte di strutture e oggetti.

Cosa dire poi di eventuali presenze paranormali? Tanti mi prendono per pazza, ma vi posso assicurare che se si vogliono visitare i luoghi abbandonati, occorre rivedere il proprio scetticismo perché tali fenomeni possono verificarsi nelle modalità più disparate, basti pensare a getti d’aria improvvisi, infissi che sbattono senza motivo, messaggi telepatici, malessere fisico o addirittura la comparsa di figure eteree.

Non ho alcun ritegno

Ultimo punto, ma non per importanza, è la mia totale mancanza di ritegno in tutto e per tutto. Proprio così, quando sono in un luogo abbandonato mi sento autorizzata a fare quello che voglio, mandando letteralmente a stendere i principi morali.

Quindi sicuri di volermi seguire? Anzi spesso sono io a dire di no a chi me lo chiede.

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